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Si addormentò con una convinzione. Produsse mostri nella coscienza.
Vide, per prima cosa, l’occhio dell’uccello, accompagnatore dei viaggi e delle tempeste: non se ne poteva
separare, era una delle regole. Non conosceva la sostanza della sua membrana. Una pellicola di smeraldo,
un grembo di mare denso ed essiccato. Dove si trovava? Forse lo osservava dal bordo, da un davanzale,
sferzato dagli spruzzi della schiuma sotto, viva, agitata. Come se l’intero mondo si fosse tramutato in un
cetaceo, e tutto quanto costellava la sua superficie, alla maniera di cicatrici e cirripedi, fosse soggetto a tutti
movimenti provocati dai respiri dei numerosi suoi sfiatatoi. Il sale graffiava le superfici, ma non l’occhio
dell’uccello che rimaneva fermo, a guardarlo, e a parlargli.
Una convinzione singola, appartenente a tutto il mondo esplorato, era simile appunto a un cetaceo,
disegnato sulle mappe nei punti in cui la facoltà di immaginare si incanalava in repentine e spaventose
discese verso il brivido. Il brivido aveva forma di serpenti di mare, di pesci deformi. Le balene erano questo
e altro, gli incubi erano tutto ciò che attendeva d’esser scoperto come opali di forzieri sprofondati dentro le
immagini e la carta che diventava nuovo supporto. Fibra di cervello. E disegni di vortici, mostri, uccelli.
Vide, per prima cosa, l’occhio che gli parlò. Disse: non esiste quel “suono placido” che cerchi. Certi marinai
hanno trovato le sirene, altri ancora hanno disseppellito le leggende dagli atolli o dai fondali, gli stessi
fondali a guardia feroce dei resti di compagni annegati. Spolpati da uccelli, pesci, chele infinite che
tempestano le incrostazioni salate del mondo subacqueo in uno sciamare di multiformi mosche del mare.
Questa è la vostra tomba: e non esiste la leggenda che la contrasti, il suono placido che intendi trovare. Un
suono che cada allo stesso modo sulla superficie del mare e sulla sabbia, sulle rocce. E, più importante per
te che lo cerchi, sulla sabbia compattata, cristallizzata, che forma i teschi. Dimmi, marinaio, qual è l’effetto
da te anelato, di questa propagazione del tuo immaginario “suono placido” sopra i teschi ammonticchiati
inesorabilmente dai giorni?
Vide l’occhio, credette d’essere svegliato. La sua era una convinzione che ne generava altre: per vedere
qualcosa, era necessario essere svegli -era una di queste.
La sua convinzione cominciava a presentare fratture.
Nelle fratture prontamente si infiltrava l’acqua. Sciabordava irosa, ricolma di un incontenibile astio
elementale, contro le pareti interne, e lentamente, in un processo millenario in cui grotte segrete
nascevano e spalancavano le palpebre, le corrodeva. Le modificava. Cos’erano le nuove pareti? Nessuno,
nemmeno occhi parlanti a causa di qualche perversa ed ennesima maledizione da merfolk, poteva
spiegarlo. Tanto più che l’eterno movimento delle onde, delle navi, di tutto ciò che è visibile dalla costa,
spingeva molte delle persone a essa vicine a non voler cambiare, come unico contrasto e opposizione al
vivere. Mentre, fuori dalle finestre dei loro temporanei rifugi di legno tartassato dal sale, i monumenti
bronzei e le ringhiere andavano ricoprendosi fittamente di guano scintillante di bianco fresco, abrasioni
dipinte dall’acqua, tracce misteriose che sembravano esser state lasciate dalle lingue di molluschi di forme
aberranti. E i marinai erano la gente che lì passava, calpestando e fumando, lasciando tracce sul suolo e
nell’aria. Organi sessuali nominavano i molluschi dalle varie forme. Le pelli apparivano irritate attorno alle
barbe. I raggi del sole sulle onde o sulla costa, nella foschia e nel chiarore, erano capaci di dilaniare, in certe
giornate maledette. E gli stridii incessanti sui promontori, provenienti da nidi costruiti a picco per mostrare
ai pulcini che si nasce nella caduta, parevano trasportare dentro le orecchie patogeni sconosciuti fatti di
grida.
Questo è il tuo mondo.
Questo è il mondo che impone di avere una convinzione, per poter salpare, per poter proseguire, sentire il
tocco delle onde. Ma come diventa quando scopri che la tua convinzione non è viva? Non è, come